Gli Scarabei nell'Antico Egitto: storia di un mito a sei zampe
Lo scarabeo egizio rappresenta un potente simbolo nella cultura di questa antica civiltà. Questi piccoli animaletti frequentemente neri hanno infatti guadagnato un ruolo di rilievo nella cultura egizia, associati al concetto di rinascita e al ciclo solare. Erano infatti parte integrante della religione, della cultura e delle credenze dell’epoca, simboli di speranza e rigenerazione. Tanto che la loro immagine è riuscita a sopravvivere attraverso i secoli e continua a interessare studiosi e appassionati.
Esploriamo insieme come questi insetti sono riusciti a trasformarsi in un mito a sei zampe, celebrato nella religione e nell’arte dell’antica civiltà egiziana.
Il simbolo di rinascita
Gli antichi egizi consideravano le sfere create dagli scarabei come simboli della rigenerazione solare: questa metafora ha radici nel comportamento naturale di alcune specie di scarabei stercorari, che utilizzano il letame come fonte di cibo e luogo di deposizione delle uova. Queste ultime infatti si sviluppano sottoterra, e le nuove generazioni emergono successivamente. L’intero processo, agli occhi degli antichi egizi, rappresentava la rinascita e la rigenerazione, riflettendo di fatto il ciclo solare in cui il sole sorge ogni giorno.
Perché lo scarabeo era considerato sacro dai sacerdoti dell’Antico Egitto?
Nell’antico Egitto, lo scarabeo, conosciuto come kheperer (simile al nome del dio Khepri che rappresentava il sole mattutino), era il simbolo della resurrezione. Il dio sole che sorgeva al mattino era infatti raffigurato come un uomo con una testa di scarabeo – oppure come uno scarabeo. Questo coleottero infatti era considerato un simbolo sacro dai sacerdoti, che lo vedevano come una perfetta espressione del ciclo del giorno e della notte.
Scarabei cuore: significato simbolico
Gli scarabei cuore erano elementi cruciali nei rituali funerari dell’antico Egitto. Questi amuleti erano spesso realizzati in pietra o maiolica e presentavano iscrizioni magiche sulle superfici inferiori. La loro funzione era duplice: garantire protezione ai defunti nel viaggio verso l’aldilà e assicurarne la rinascita. Venivano posti direttamente sul petto del defunto durante l’imbalsamazione, fungendo da cuore simbolico.
Il concetto di protezione era strettamente legato all’idea del giudizio nell’aldilà. Nel Libro dei Morti, testo sacro contenente istruzioni per il defunto, gli scarabei cuore erano citati come garanti di vita eterna e testimoni durante la cerimonia di pesatura del cuore, che determinava l’idoneità dell’anima a entrare nell’aldilà.
Scarabei nell'arte e nella cultura dell’Antico Egitto
Gli amuleti a forma di scarabeo, noti come sigilli scaraboidi, erano estremamente popolari nell’antico Egitto. Venivano infatti creati in diverse dimensioni e design, che spesso raffiguravano scarabei chiusi o versioni alate. Molti di questi amuleti con incisioni e immagini erano utilizzati come amuleti funerari, per garantire la rinascita e proteggere i defunti nel viaggio verso l’aldilà. Mentre, se indossati come talismani dai vivi, rappresentavano la vita e assicuravano protezione.
Nell’antico Egitto, gli scarabei venivano anche usati come sigilli recanti immagini di sovrani o divinità. Questi sigilli rappresentavano autorità e potere, utilizzati per autenticare documenti o identificare proprietà. Talvolta, erano indossati come simboli di forza e influenza.
I ciondoli con scarabei erano infine ritenuti portafortuna: oggetti da donare ai viaggiatori. Si credeva infatti che grazie alla loro resilienza, questi coleotteri capaci di attraversare il mondo senza subire danni, potessero offrire la stessa protezione ai defunti durante il viaggio verso l’aldilà. Questo ideale ispirava sicurezza in tutti coloro che intraprendevano avventure, generando un forte legame tra amuleti e viandanti.