Processionarie del pino: pericolose sia in primavera che nel resto dell’anno. Ecco come eliminarle
La Processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa) è un lepidottero diffuso intorno al Mediterraneo, nel sud della Francia, Ungheria, Bulgaria, ed è decisamente comune anche in Italia. Le principali piante ospiti includono varie specie di pino e conifere. Le infestazioni si verificano soprattutto colpendo le piante in versanti soleggiati e terreni aridi.
Che cosa sono le Processionarie del pino?
La Processionaria del pino è una farfalla notturna presente lungo la penisola italiana. La sua ampia diffusione è stata favorita dalla massiccia introduzione di pini in tutte le regioni e città d’Italia. I suoi bruchi hanno l’abitudine di spostarsi insieme, in fila indiana, lungo i rami e il tronco dei pini e delle cui foglie si cibano.
L’adulto della Processionaria del pino mostra ali anteriori di colore grigio con striature poco visibili e ali posteriori bianche con una macchia nera. La testa è caratterizzata da una cresta a cresta di gallo con quattro denti. Le antenne differiscono tra i sessi: filiformi nella femmina e bipettinate nel maschio. Le dimensioni variano invece con un’apertura alare tra i 35 e i 50 mm.
Le uova, deposte intorno a due aghi, possono raggiungere un totale di 300 elementi sferoidali grigio argentei di 1 mm di diametro ciascuno. Le larve sono di colore grigio ardesia dorsalmente e giallastre ai lati e al ventre, con tubercoli che portano ciuffi di peli color ruggine. Una volta mature raggiungono i 40 mm di lunghezza. Le crisalidi sono bruno-rossastre, con un cremaster – serie di uncini presenti nella parte terminale di una pupa – dotato di due uncini.
Qual è il ciclo di vita delle Processionarie del pino?
La Processionaria del pino completa il suo ciclo vitale annuale in diverse fasi. Gli adulti emergono dal terreno tra la fine di giugno e l’inizio di settembre, con un’attività massima nel mese di luglio, che varia in base alle condizioni climatiche. Dopo l’accoppiamento, la femmina depone le uova in formazioni a spirale attorno a un paio di aghi di pino, coprendole con le squame dell’addome. Il periodo di incubazione dura circa un mese.
Le larve neonate iniziano a comparire a fine luglio nelle zone più elevate, mentre nelle pianure e colline medie si trovano generalmente da fine agosto. Nelle pinete costiere, le larve emergono tipicamente non prima di settembre. Fin dai primi stadi di sviluppo, queste larve iniziano a nutrirsi degli aghi di pino, riducendoli a una struttura scheletrizzata.
Il primo rifugio autunnale – o prenido – viene costruito vicino al luogo di oviposizione e consiste in una rete di fili sericei che racchiude alcuni aghi parzialmente consumati. Durante l’autunno, le larve costruiscono altri rifugi sempre più compatti, culminando nella formazione del nido definitivo all’inizio dell’inverno. A seconda delle condizioni climatiche, tra la fine di febbraio e l’inizio di aprile, le larve mature lasciano la pianta ospite e si muovono in processione verso un’area adatta per interrarsi.
Le larve formano la crisalide a una profondità di 5-20 cm nel terreno, ed entrano in una fase di sviluppo sospeso (diapausa), che può durare fino al sopraggiungere di condizioni ambientali favorevoli allo sfarfallamento – a volte prolungandosi per anni.
Biologia della Processionaria del pino
Gli adulti sfarfallano fra metà giugno e agosto, vivendo solamente 24-48 ore. La femmina depone le uova formando un manicotto di 70-300 uova. In seguito le larve emergono da metà agosto, scheletrizzano gli aghi e costruiscono nidi provvisori, per poi formarne di più voluminosi in ottobre.
Durante le notti con temperature sopra 0 °C, le larve di Processionarie si muovono in fila per nutrirsi. A fine aprile-inizio maggio, gli esemplari maturi scendono al suolo per formare le già citate crisalidi da cui in estate emergono gli adulti.
Perché le Processionarie del pino sono pericolose?
Le larve di Processionaria del pino sono pericolose principalmente a causa dei loro peli urticanti. Questi ultimi infatti, se entrano in contatto con la pelle o le mucose, possono causare irritazioni, reazioni allergiche, e in casi più gravi, problemi respiratori e shock anafilattici. Le larve di questo lepidottero poi sono defogliatori voraci, capaci di danneggiare seriamente le piante ospiti, indebolendole e compromettendone la salute.
Puntura o contatto di Processionaria: cosa fare?
In caso di contatto con i peli urticanti delle Processionarie del pino, è essenziale lavare immediatamente l’area interessata con acqua e sapone, evitando di strofinare la zona per non diffondere i peli. Se i sintomi sono gravi o se i peli entrano in contatto con le mucose, è essenziale consultare un medico il più presto possibile.
La processionaria è pericolosa nel periodo tra dicembre e aprile: in questi mesi infatti ci si può facilmente accorgere della presenza dell’insetto per via dei i nidi di colore bianco formati dalle larve sulla chioma degli alberi.
Cosa fare se il proprio cane entra in contatto o lecca una Processionaria? Purtroppo in questi casi i nostri amici a quattro zampe possono manifestare sintomi seri. Il primo segnale in genere è una salivazione eccessiva e improvvisa, causata da un’infiammazione acuta. È fondamentale agire velocemente per rimuovere i peli urticanti residui, lavando la zona colpita con un’abbondante soluzione di acqua e bicarbonato. Si raccomanda di indossare guanti di lattice per proteggersi dal contatto diretto con i peli urticanti. Ovviamente è opportuno rivolgersi subito al proprio veterinario.
Consigli pratici: come difendersi dalle Processionarie
Attenzione a non toccare e danneggiare incautamente i nidi dei bruchi di Processionarie sui pini e neppure i bruchi quando scendono a terra a fine inverno-primavera. I loro peli finissimi infatti hanno un forte potere urticante, con effetti particolarmente intensi se finiscono sulle mucose di occhi, bocca o ancor peggio se inalati nelle vie respiratorie.
Gli interventi di profilassi sono disposti dall’Autorità Sanitaria competente. Il risultato più soddisfacente si ottiene generalmente con la raccolta e la distruzione col fuoco dei nidi nei mesi di dicembre e gennaio, da parte di personale specializzato per i rischi che comporta questa operazione.
Come eliminare le Processionarie del pino?
La lotta a questo lepidottero è resa obbligatoria in Italia ad opera del Decreto Ministeriale 30/10/2007, intitolato “Disposizioni per la lotta obbligatoria contro la Processionaria del pino Thaumetopoea pityocampa (Den. et Schiff.)” (G.U. n. 40 del 16/02/2008).
Le misure principali includono l’asportazione, la bruciatura dei nidi e l’uso di trattamenti chimici. Come anticipato, i peli urticanti delle larve, persistendo nell’aria o sulle spoglie per mesi, rappresentano un grave rischio per gli occhi e le mucose di tutti, quindi le operazioni di asportazione dei nidi devono essere effettuate con cautela e tempestività.
Fonti scientifiche: Aldo Pollini, Entomologia applicata, Milano, Edagricole – Edizioni Agricole de Il Sole 24 Ore Spa, 2013, p. 861–865.
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